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g
house
comune
di Caltagirone - Catania - 2006
La
casa è pensata per una zona rurale dell'entroterra siculo, in una
contrada alle porte di Caltagirone, fra un'estesa piantagione di fichi
d'India e un crinale panoramico a 180° su una vallata in direzione
ovest-est. L'impianto dell'edificio è a padiglione, con un volume
a sbalzo sul fronte nord. Per inquadrare il fichidindieto e le estremità
della valle sottostante, la pianta si apre a settentrione e verso sud;
un pergolato in acciaio protegge dal sole mattutino gli infissi vetrati
scorrevoli del salone, mentre verso sud il prospetto è riparato
da una pensilina per impedire il passaggio del sole. In inverno, al contrario,
ampie superfici vetrate riscaldano la zona giorno. Sul sedime della pensilina
c'è una lunga seduta, un luogo di contemplazione delle geometrie
informali del fichidindieto. Il piano terra è rialzato, comprende
il salone passante, la cucina che affaccia verso l'Etna, una piccola stanza
da letto per gli ospiti aperta sul patio, la lunga parete attrezzata e
gli ambienti padronali. La copertura, in parte adibita a solarium, ospita
un ambiente flessibile teso fra due nature contrastanti. Modellando il
terreno e introducendo un basamento in pietra lavica nella testata ovest,
si permette di evitare l'introspezione alla stanza da letto e al bagno
padronali. Verso la strada di accesso dal fichidindieto c'è l'autorimessa,
rivestita di un materiale plastico semitrasparente azzurro. Di notte segnala
con il suo riverbero la presenza della vita nella casa
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