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villino
lm
comune di civita d'antino (aq) - 2009
paesaggio
e colore
Nel
1935 il costruttore Luigi Maciocia incarica l’architetto ingegnere
Francesco La Grassa di trasformare, ampliandola, la sua casa di villeggiatura.
L'intervento si rende necessario per i danni subiti dal disastroso terremoto
di Avezzano. La Grassa mantiene il nucleo originario in muratura integrandolo
con due volumi in cemento armato, un’ala a pianta trapezoidale e
una torretta di forma ottagonale; per conferire unità a un organismo
architettonico piuttosto articolato, avvolge l'intero edificio con un
basamento in cemento additivato a imitazione della pietra calcarea locale
e con una serie di cornicioni molto sagomati. La torretta moltiplica gli
affacci sul paesaggio montano ed è coperta con una soletta monolitica
scalettata aggettante. Il lessico fonde modernismo novecentista e modelli
abitativi mitteleuropei nell’immancabile autoreferenzialità
della cifra stilistica di La Grassa, affidata al motivo della torre con
terminale scalettato, all'uso di aperture tripartite e al basamento lavorato.
Il restauro ha curato il rifacimento dei manti di copertura e dei piani
di facciata. Sono state mantenute le coloriture originarie, saturandole
leggermente, per far rivivere i contrasti cromatici che distinguevano
il migliore paesaggio edilizio di Civita d’Antino, che alla fine
dell’Ottocento era fedelmente riprodotto nelle tele di molti artisti
danesi
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