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Francesco La Grassa.
Architettura e urbanistica fra Roma e la Sicilia nella prima metà del Novecento - 2002-04


Francesco La Grassa (Trapani 1876 - Roma 1952) è fra i più qualificati protagonisti dell’architettura in Sicilia nei primi decenni del Novecento. Attivo principalmente a Trapani, Ragusa e Noto, realizza alcuni significativi manufatti anche a Roma, dove lavora nell’ufficio tecnico capitolino dal 1906 al 1923. Architetto e ingegnere, spazia con versatilità in diversi campi, dall’edilizia pubblica e privata alle arti decorative, dalla tecnica delle costruzioni all’urbanistica sino agli studi di rappresentazione dei corpi nello spazio con la teoria della Prospettottica. La sua opera indaga i materiali stilistici e i simbolismi della tradizione inscrivendosi fra le più controverse e singolari espressioni dell’insegnamento di Ernesto Basile e della lunga parabola manierista che segna la produzione architettonica nell'isola fra le due guerre


                 
   
 

 

Coordinatore scientifico

arch. L. Scalvedi

Collaboratori
prof. S. Costanza, dott. A. Allegra, arch. V. Mancuso, arch. G. Gabriele

Oggetto
Il progetto di architettura fra Roma e la Sicilia nella prima metà del Novecento. Contaminazioni, sincretismi e loro rapporto con la storia, i luoghi, l'evoluzione dei saperi e delle tecniche. L’opera di Francesco La Grassa

Strumenti
Ricerche di archivio (Roma, Trapani, Noto, Ragusa), sopralluoghi sul campo, interviste, ricognizioni sulla letteratura scientifica di base e specializzata
Classificazione documentaria dell’opera di F. La Grassa, pubblicazione di un testo monografico, istituzione di un archivio (Carte La Grassa), tutela delle opere, organizzazione di una giornata di studi e di una mostra itinerante

Lo studio esamina anzitutto i progetti per le abitazioni, residenze che innescano un legame di polisemica continuità con la storia e di serena razionalità nelle forme e nell'uso. Case romane: la particolarità figurale-morfologica del villino Simoni, fra i rari esempi di Arte Nuova nella Capitale insieme alle opere di Ernesto Basile e Giuseppe Sommaruga; le moderne invenzioni nel villino Borgese, il classicheggiante villino Cirincione e la sontuosa razionalità di villa Migliore. Case trapanesi: la logica compositiva di casa La Barbera, il virtuosismo decorativo in villa Laura d'Alì, l'esuberanza stilistica di casa Ferrante, la fusione architettura-ambiente nei villini Barresi e Ricevuto, l’elegante compostezza di casa Montalto. Francesco La Grassa disegna anche importanti edifici specialistici: l’esteso complesso dei Mercati Generali a Roma in via Ostiense e il palazzo delle poste di Trapani, l’opera “simbolista” più coerente, esito di un progetto integrale curato nel minimo dettaglio. Perfeziona la ricerca sintattica sul telaio in cemento armato e gli studi iconografici sul piano di facciata contenuto da due volumi turriti nella casina delle palme e nel caffè ristorante Miramare, centralità del lungomare trapanese e della costa netina. Interviene a Noto ampliando due edifici di Vincenzo Sinatra, il convento di San Domenico, adattato con equilibrio a polo scolastico, e Palazzo Ducezio, oggetto di una delicata sopraelevazione. Come urbanista redige piani regolatori per Ostia, Trapani e la Sicilia orientale, mai avari spazialmente, in stretto rapporto con la prefigurazione architettonica. Dal recupero della marina di Trapani, che affianca nella sua concezione le più evolute esperienze italiane dei primi anni Venti, alle intuizioni applicate nel piano regolatore di ampliamento e risanamento della città di Ragusa, nuova prefettura che diviene un laboratorio del moderno negli anni Trenta, sino al piano di Noto e dintorni, che resta in buona parte sulla carta nel tentativo impossibile di coniugare teorie sul diradamento, richieste del Regime e aspettative di crescita locale con un impianto esemplare dell’urbanistica tardo barocca


Molti degli edifici progettati da Francesco La Grassa non esistono più. Altro obiettivo di questo lavoro consiste nell'evitare ulteriori demolizioni o saccheggi speculativi della sua opera. Negli ultimi tempi alcune architetture sono state mutilate, altre malamente restaurate, molte irresponsabilmente trascurate, non poche demolite nel silenzio generale. Il regesto della sua attività edilizia può incidere costruttivamente nell'esigenza di tutela, conservazione e valorizzazione dei manufatti ancora esistenti

BIBLIOGRAPHY
L. Scalvedi, La concezione simbolista dell'abitare nell'opera di Francesco La Grassa, architetto e ingegnere trapanese (1876-1952), Roma 2002.
L. Scalvedi, «La Grassa Francesco» in Dizionario Biografico degli Italiani, LXIII, Roma 2004, pp. 80-81.

CONFERENCES
«Francesco La Grassa architetto ingegnere trapanese 1876-1952», conferenza di L. Scalvedi, Trapani, 8 agosto 2003.

«Noto: architettura e città negli anni Trenta», intervento di L. Scalvedi durante il convegno «Noto nel XX secolo». Politica, società, cultura. Giornate di studio. Noto, Palazzo Trigona 5-6 novembre 2004